
Con la sentenza n. 143 del 23 luglio 2024, la Corte costituzionale ha deciso le questioni di legittimità costituzionale inerenti ai percorsi di affermazione di genere. La sentenza, di rilevantissima importanza, pur non “introducendo” il genere non binario riconosce l’esistenza delle persone non binary e segnala al legislatore la necessità e l’opportunità di intervenire sul punto.
La Corte, sulla scorta di tale ragionamento, ritiene che sia irragionevole obbligare le persone trans a dover richiedere un’autorizzazione all’intervento chirurgico al giudice se la transizione è già compiuta, dichiarando quindi l’illegittimità costituzionale dell’art. 31, comma 4, d.lgs. 1° settembre 2011, n. 150, nella parte in cui viene richiesta l’autorizzazione del tribunale al trattamento medico-chirurgico anche qualora le modificazioni del caratteri sessuali già intervenute siano considerate sufficienti, dallo stesso tribunale, per l’accoglimento della domanda di rettificazione di attribuzione di sesso.